“Eva” di Nicoletta Vallorani

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In una Milano che è oramai una maceria, invecchiata in pochi anni ma incapace di morire, una serie di omicidi rituali di persone in vista convince gli inetti Reparti di Investigazione a coinvolgere nell’indagine il quarantanovenne Nigredo, detective privato che vive nell’ex carcere di San Vittore, già protagonista del romanzo Avrai i miei occhi (Zona 42, 2020), di cui Eva è il prequel.
Nigredo ha un passato da terrorista, ed è perseguitato da sensi di colpa per la morte di una ragazza dagli occhi kirgisi durante il suo ultimo attentato. La sua ossessione lo porterà dritto fra le braccia di Eva, profuga della ex Jugoslavia che gestisce un centro di accoglienza per ritardati e deformi, noto come “ghetto dei mostri”. A determinare molti degli avvenimenti sarà proprio la guerra dei Balcani, le cui conseguenze a lungo termine non hanno ancora esaurito il proprio effetto.
Novello Kurtz scampato allo scenario bellico, Nigredo si accompagna ad altri disadattati come lui (come Olivia, tra i protagonisti di Avrai i miei occhi) per trovare la verità.

Eva è un noir metropolitano ambientato in un futuro prossimo nel quale è facile riconoscere le derive del nostro presente; l’indagine mette a nudo le miserie e le contraddizioni profonde di una società oramai completamente spettacolarizzata, cinica e priva di solidarietà. Un romanzo di estrapolazione crudo e spietato, scritto con parole pensanti che ci impongono dubbi e riflessioni.
Nigredo è un personaggio riuscitissimo, capace di decodificare la realtà al di fuori degli schemi e delle mediazioni e portatore di una crescente consapevolezza politica; Milano è uno scenario angosciante, una città violenta descritta con dolorosa partecipazione.

Un romanzo magistrale che, grazie anche a una scrittura avvolgente, sinuosa, sa spingersi oltre le norme della narrativa di genere per conficcarsi nella nostra coscienza di lettori.

Completano il volume tre racconti (Snuff Movie, Shangri-La e Taboulhe) che si incastrano perfettamente nel mondo narrativo del romanzo e del suo predecessore, completandoli e arricchendoli.

Taboulhe ci immerge nei bassifondi di una Milano in cui il traffico d’organi è all’ordine del giorno, al punto che sezionare dei senzatetto nel bel mezzo della strada non sembra una cosa troppo insolita. Un racconto agghiacciante che ribadisce quella centralità del corpo che è molto presente nel contesto narrativo di Nigredo e anche in alcuni saggi della scrittrice marchigiana.

In Snuff movie sono protagoniste Ariel e Miranda, due personaggi di Avrai i miei occhi, in una storia nella quale la tecnologia è al servizio del potere, un miracolo e alimenta la crudeltà, rappresentata da stupro, violenza e omicidio di minore. Un mondo in cui Non è detto che un assassino di bambini venga incriminato: prima bisogna capire come si chiama, cosa fa di mestiere e chi conosce. Poi si decide. Pedofilia, ma non solo, quando si mette una bambina molto sexy senza difese in mezzo a cinquanta maniaci con le fantasie più varie, carnefici che non possono fermarsi perché non sanno privarsi di un piacere che pregustano da tempo: quello di dare la morte, e di farlo in modo legale. Attraverso una serie di snuff movie di successo, o attraverso un ingannevole processo. E chi sono i maniaci in questione? Utenti. Gente onesta. Maniaci ufficiali. In maniera radicale, Nicoletta Vallorani ci immerge in una deriva che potremmo facilmente prendere, se pensiamo ai prodromi che già oggi sono evidenti ma che preferiamo ignorare per dormire sonni tranquilli.

In Shangri-La Nigredo cerca una via d’uscita da una Milano di soprusi e prevaricazioni nella quale, alla fine di tutto, non trova più il senso di vivere: un viaggio verso l’esterno che richiama la sua infanzia e un viaggio immaginato verso la Croazia, attraverso Trieste. Struggente.

Nel complesso un libro tutt’altro che conciliante, che ci costringe ad aprire gli occhi sul futuro verso il quale, come kamikaze, ci stiamo andando a schiantare come se niente fosse. O, meglio, fingendo che vada tutto bene.

Particolare la prefazione narrativa di Tiffany Vecchietti.

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Heiko H. Caimi, classe 1968, è scrittore, sceneggiatore, poeta e docente di scrittura narrativa. Ha collaborato come autore con gli editori Mondadori, Tranchida, Abrigliasciolta e altri. Ha insegnato presso la libreria Egea dell’Università Bocconi di Milano e diverse altre scuole, biblioteche e associazioni in Italia e in Svizzera. Dal 2013 è direttore editoriale della rivista di letterature Inkroci. È tra i fondatori e gli organizzatori della rassegna letteraria itinerante Libri in Movimento. ha collaborato con il notiziario "InPrimis" tenendo la rubrica "Pagine in un minuto" e con il blog della scrittrice Barbara Garlaschelli "Sdiario". Ha pubblicato il romanzo "I predestinati" (Prospero, 2019) e ha curato le antologie di racconti "Oltre il confine. Storie di migrazione" (Prospero, 2019), "Anch'io. Storie di donne al limite" (Prospero, 2021) e "Ci sedemmo dalla parte del torto" (Prospero, 2022, insieme a Viviana E. Gabrini). Svariati suoi racconti sono presenti in antologie, riviste e nel web.

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