Emmanuel Carrère – L’Avversario

0
1311

Con poche eccezioni, tutta l’opera maggiore di Emmanuel Carrère si potrebbe classificare come un’unica autobiografia realizzata con il pretesto di raccontare biografie altrui. Alla sua personale ricerca di autenticità si conformano le vite dei suoi modelli letterari, quasi sempre personaggi reali, le cui esistenze sono echi dei desideri più intimi dell’autore, dei suoi gusti, dei suoi affetti, delle sue memorie private.
Ciò accade in quasi ogni suo libro, sia esso la biografia dello scrittore di fantascienza Dick, quella del pluriomicida Romand, o quella del rivoluzionario russo Limonov alle prese con i moderni miti sbiaditi di Russia e America. La vita dell’autore, del narratore e dei suoi personaggi si amalgamano ogni volta in un realistico affresco della società francese dal quale discretamente spicca il filo rosso dell’esistenza dello scrittore.
Anche la scelta delle biografie è autobiografica: Dick, maestro della fantascienza, rappresenta il mito dell’adolescenza di Carrère, i suoi sogni di evasione dal reale; Romand, il pluriomicida falsario, la ricerca della propria autenticità nella società adulta; Limonov, la consacrazione e il bisogno di ritorno all’immaginario russo della madre, sovietologa e accademica di Francia.
Il risultato di questo delicato pastiche di vite è una scrittura fortemente empatica ai suoi modelli emozionali, enigmatica, inquietante, da voyeur che osserva ipnotizzato il mistero del buco nero intorno al quale si costituisce il nucleo della personalità di ognuno.

Pubblicato nel 2000 e ispirato alle vicende dell’affaire Romand, l’Avversario è senza dubbio la più dolorosa delle identificazioni a cui Carrère sottopone il lettore. La vicenda è molto nota in Francia: il 9 gennaio 1993, Jean-Claude Romand, ricercatore dell’OMS, uccide a Lons-le-Saunière la moglie e i figli di 5 e 7 anni.
Il giorno successivo spara ai suoi genitori, incendia la propria casa, e cerca di suicidarsi inghiottendo alcuni medicinali scaduti. Jean-Claude viene salvato dai pompieri e ricoverato in ospedale, dove giace in coma per giorni prima di risvegliarsi ed essere accusato dalla polizia di omicidio plurimo. La verità emerge durante il processo: il medico Jean-Claude, rispettato, ricercatore presso l’OMS, in realtà non esiste, né è mai esistito.
Ragazzo obbediente, cresciuto in un clima di trasparenza obbligata, desideroso di soddisfare le aspettative della sua famiglia, Jean-Claude in realtà non ha mai superato il secondo anno di medicina. Per diciotto lunghi anni ha vissuto una vita fasulla, ingannando chiunque lo conoscesse con una maschera di successo e conformismo sociale perfetti.

Nella sua ricerca personale di autenticità in questo caso umano di horror vacui, Carrère si domanda in modo inquietante che cosa possa essere sopravvissuto di un uomo al quale venga improvvisamente sottratta l’unica maschera di cui dispone. Ho cercato di raccontare con precisione, giorno per giorno, quella vita di solitudine, di impostura e di assenza.
Di immaginare che cosa passasse per la testa di quell’uomo durante le lunghe ore vuote, senza progetti e senza testimoni, che tutti presumevano trascorresse al lavoro, e che trascorreva invece nel parcheggio di un’autostrada o nei boschi del Giura, ha dichiarato Carrère.

Per diciotto lunghi anni Jean-Claude Romand, l’uomo che non era mai esistito, ingannò la moglie, i figli, i genitori, i colleghi, l’amante, e soprattutto sé stesso, senza nemmeno costruirsi una reale doppia vita che forse lo avrebbe salvato dalla follia. Perduta la maschera dell’avversario, nome biblico del demonio, di lui non sarebbe sopravvissuto nulla se non l’orrore del vuoto.

SHARE
Articolo precedenteInkroci – Tamburino Luglio/Agosto
Articolo successivoDavid Peace – Il maledetto United
Nato a Milano, nel 1975. Laurea in fisica teorica, poi programmatore, nel 2006 si trasferisce in Germania per amore, dove consegue nel 2009 un PhD in informatica medica con una tesi sulle applicazioni della realtà aumentata all'endoscopia. Post-doc in computer graphics in Arabia Saudita, nel 2011 diventa funzionario presso la Direzione Generale delle Traduzioni del Parlamento Europeo occupandosi di statistiche e supporto alla gestione. Ha pubblicato alcuni articoli accademici di strumentazione medica, e alcune poesie nei libretti d'arte della pittrice Nadia Formentini.