Cataldo Russo – Il capitano

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I soprusi spesso vengono commessi con assoluta naturalezza, come diritto acquisito grazie alla propria posizione di potere; altre volte vengono perpetrati in perfetta malafede, con intenzione, giocando gli altri e tradendoli con ipocrita doppiezza e assoluta noncuranza. Franchino Curso e Cataldino De Roberto, due adolescenti poveri segnati dalla loro condizione sociale, che li condanna ai margini della vita, ne esperimentano ambedue i tipi. Ma i loro destini saranno differenti.

Il nuovo romanzo sociale di Cataldo Russo, Il capitano, si svolge tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, tra la Calabria e la Lombardia, tra il desiderio di riscatto e l’impossibilità di ottenerlo, almeno per le vecchie generazioni cresciute a pane e abusi. Ma, pur dovendo lottare per affermare i propri diritti tra slealtà e tradimenti, Franchino e Cataldino sembrano scoprire nuovi orizzonti e covare speranze concrete: il primo rassegnandosi e un destino da perdente ma proprio per questo sapendosi accontentare, il secondo inseguendo il sogno sportivo che trasformerà la sua passione per il gioco del calcio in una ragione di vita.
Cataldo Russo mette in scena la Calabria senza speranza che è già stata protagonista di altre su opere, ma questa volta rappresenta anche una Lombardia che, da terra promessa, si trasforma presto in un inferno, perché anche lì vigono la prepotenza e la corruzione, solo mascherate diversamente e perpetrate in maniera più subdola e ipocrita.

Le numerose peripezie dei protagonisti si seguono volentieri in una narrazione avvincente e impeccabilmente costruita, che ci consente di affezionarci e di calarci nei loro panni; e finiamo coinvolti al punto da parteggiare apertamente per una loro rivincita. Credibili come i loro antagonisti, ci calano in un mondo nel quale la speranza bisogna scavarsela a forza, lottando con le unghie e con i denti e arrendendosi soltanto di fronte all’evidenza. I dialoghi, immediati e verosimili, ci immergono nel contesto quanto le ambientazioni, e il mondo chiuso che cerca di soffocare i protagonisti diventa esso stesso un avversario con cui scontrarsi.
Un romanzo epico, di quelli che restano in mente a lungo dopo la lettura e che si trasformano in un’esperienza di vita. Da leggere assolutamente.

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Heiko H. Caimi, classe 1968, è scrittore, sceneggiatore, poeta e docente di scrittura narrativa. Ha collaborato come autore con gli editori Mondadori, Tranchida, Abrigliasciolta e altri. Ha insegnato presso la libreria Egea dell’Università Bocconi di Milano e diverse altre scuole, biblioteche e associazioni in Italia e in Svizzera. Dal 2013 è direttore editoriale della rivista di letterature Inkroci. È tra i fondatori e gli organizzatori della rassegna letteraria itinerante Libri in Movimento. ha collaborato con il notiziario "InPrimis" tenendo la rubrica "Pagine in un minuto" e con il blog della scrittrice Barbara Garlaschelli "Sdiario". Ha pubblicato il romanzo "I predestinati" (Prospero, 2019) e ha curato le antologie di racconti "Oltre il confine. Storie di migrazione" (Prospero, 2019), "Anch'io. Storie di donne al limite" (Prospero, 2021) e "Ci sedemmo dalla parte del torto" (Prospero, 2022, insieme a Viviana E. Gabrini). Svariati suoi racconti sono presenti in antologie, riviste e nel web.

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