Arturo Pérez Reverte – Il pittore di battaglie

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Faulques, un fotografo che ha trascorso anni nei teatri di guerra di tutto il mondo, si ritira in una torre isolata, a picco sul mare, e si dedica alla composizione di un murale che raffiguri tutte le guerre del mondo. La sua esistenza solitaria, tormentata dai continui ricordi della donna amata, vittima di uno dei tanti scontri armati cui ha assistito, viene sconvolta dall’arrivo di un ex-soldato slavo, ritratto anni prima in una foto che fece la fortuna di Faulques ma decretò la rovina dell’altro.
Insieme i due iniziano una lunga conversazione sulla guerra: che cosa sia e perché l’uomo pare non possa fare a meno di combatterla. La conversazione, inframezzata da lunghi e frequenti flashback nei quali scopriamo i drammi vissuti dai due personaggi, si svolge mentre il pittore continua il proprio lavoro, ossessionato dall’idea di non poter trovare una scena conclusiva e di dover lasciare così incompiuto il suo lavoro.

Il pittore di battaglie è un romanzo complesso e di non facile lettura, anche a causa dello stile denso e della preponderanza del flusso di coscienza, che fa spesso prendere alla narrazione i tortuosi sentieri del ricordo e di sensazioni difficili da esprimere. Un libro amaro, che affronta il tema della guerra come condizione dell’animo umano, come punto di vista per osservare il mondo da parte di creature predatrici che utilizzano intelligenza e risorse per uccidere: ogni libero arbitrio che l’uomo possa avere, secondo il protagonista, è limitato alla scelta della sua prossima preda e al momento in cui premere il grilletto.
In un tale desolante scenario, l’autore, anch’egli corrispondente di guerra per anni prima di dedicarsi alla narrativa, sembra non riconoscere possibilità di scampo o salvezza: i lunghi discorsi sull’arte, della quale il pittore è un raffinato conoscitore, sembrano suggerire che nemmeno la cultura abbia il potere salvifico che in molti le attribuiscono, ma che sia, in realtà, solo un’interpretazione soggettiva del mondo, tanto più pericolosa e inutile quanto più appare realistica.

Una lettura ostica ma che fornisce ottimi spunti di riflessione.

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Valentina Leoni è musicista e storica dell'arte, ha scritto e scrive recensioni e articoli riguardanti libri e fumetti per diversi siti. Attenta conoscitrice della cultura giapponese, ha fatto parte del comitato scientifico della mostra Dai Samurai a Mazinga Z (Casa dei Carraresi, Treviso ottobre 2014) ed è da anni collaboratrice di Radio Animati per la quale ha curato di recente la trasmissione Yatta: Luoghi Non Comuni sull'Animazione Giapponese.

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