Honoré de Balzac – Sarrasine

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Ero immerso in una di quelle fantasticherie profonde che colgono tutti, anche un uomo frivolo, nel mezzo delle feste più tumultuose. Inizia così il racconto Sarrasine, di Honoré de Balzac.
Una presenza inquietante fa la sua improvvisa comparsa durante una lussuosa festa: il ballo della famiglia Lanty, ricchi banchieri di Parigi. Il narratore confessa alla sua compagna, sconvolta dalla visione, di conoscere la storia di quello strano personaggio.
Protagonista del racconto che segue è lo scultore Ernest Jean Sarrasine, il quale, alla metà del Settecento, si reca a Roma per conoscere la famosa cantante Zambinella. Lo scultore rimarrà abbagliato dalla visione della donna che, con sontuosa civetteria, favorirà la sua folgorazione, esasperando il suo desiderio. “Essere amato da lei, o morire!” sarà la sentenza che Sarrasine detterà a se stesso.
Ma la realtà non è quella che appare: la passione popolata di immagini lascerà lo spazio al dramma e al ridicolo. Le porte aperte da Sarrasine lo condurranno in territori e situazioni non calcolate, impreviste.

Honoré de Balzac si dimostra ancora una volta fautore di una scrittura elegante. Esemplare è la costruzione del mistero e del paradosso in questa narrazione, in cui l’autore ci invita a danzare tra le pagine. E noi possiamo muoverci in questo ballo con passi fluidi e liberi, tra gli opposti richiamati nel testo e legati dall’enigma che li unisce.

La novella colpisce anche per la capacità di stimolare domande e interrogativi.

Un racconto da leggere e rileggere.

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