Ernest Cline – Ready Player One

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Un eccentrico miliardario, inventore di Oasis un mmorpg[1] dal successo planetario e innovativo al punto da cambiare l’esistenza del genere umano in piena crisi energetica muore senza eredi. Nel suo testamento dichiara di voler lasciare tutta la sua fortuna a chi riuscirà a trovare l’easter egg nascosto nei meandri del suo gioco: si scatena così una caccia al tesoro che dura alcuni anni, finché un diciottenne, che ha fatto di Oasis la sua religione e ragione di vita, si imbatte nel primo indizio risolutore…

Questo divertente e avvincente romanzo costituisce un sentito e partecipe omaggio all’immaginario collettivo degli anni Ottanta e alla generazione di ragazzi che con quell’immaginario sono cresciuti e al quale, forse, devono un po’ degli adulti che sono diventati.

Originale e scritto bene, Ready Player One è però un romanzo di nicchia: scritto da un geek per i geek, risulterà praticamente incomprensibile a chi ignora cosa sia Joust, a chi non ha mai montato una cartuccia su un Atari 2600, non sa a memoria I Goonies e in generale non è pratico degli esoterismi linguistici dei nerd.

Siccome non è il mio caso, l’ho divorato in due giorni e alla fine avevo anche il magone per la nostalgia. Consigliato a chi è stato ragazzino all’epoca e agli spettatori del film omonimo di Spielberg.


[1] acronimo di Massively Multiplayer Online Role-Playing Game, “gioco di ruolo multigiocatore in rete di massa”.

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