Un talentuoso pianista guadagna pochi spiccioli esibendosi in una bettola di Philadelphia; un giorno riceve l’inaspettata visita di un fratello e il riemergere del suo oscuro passato darà un’inaspettata svolta alla sua vita.
Noir dal sapore malinconico e poetico, il romanzo di Goodis basa il suo fascino su un protagonista davvero anticonvenzionale, il malinconico Eddie che, invece di affogare i problemi nel classico doppio whisky, li annega nelle note di un pianoforte, in una storia che presenta tutte le classiche situazioni del genere: l’ambientazione nei bassifondi e nei locali malfamati, il regolamento di conti tra gangster, le sparatorie e le scazzottate; non manca la storia d’amore tra il tormentato e affascinante protagonista e la pupa di turno, una ragazza tosta e decisa di nome Lena.
Lirico, struggente e molto avvincente, Non sparate sul pianista è una chicca da riscoprire anche pensando al film che Truffaut ne trasse, che però non rende la profondità e la complessità del carattere del protagonista come il romanzo.