“Wiener Dog”, pellicola del 2016 diretta da Todd Solondz, segue la vita di un bassotto che passa di mano in mano, incontrando diversi proprietari e assistendo alle loro vicissitudini. Il cast include nomi come Greta Gerwig, Julie Delpy, Danny DeVito e Ellen Burstyn, tutti capaci di portare in vita personaggi unici e credibili.
Il film è una commedia nera che esplora la solitudine, la fragilità dell’esistenza umana e la morte, attraverso le vite dei personaggi che incontrano il cane. Lodato per la sua originalità e la capacità di affrontare temi delicati in modo intelligente e non convenzionale, ha un ritmo lento ma intenso, e alterna momenti di tenerezza e commozione ad altri di sconcerto e umorismo nero.
Il bassotto protagonista, interpretato da diversi cani, è il fulcro della storia, e la sua presenza è una costante fonte di riflessione sui temi del film. La regia è impeccabile, e la fotografia, ricca di colori e dettagli, aiuta a creare un’atmosfera surreale e malinconica. Solondz ha un modo unico di raccontare le storie che è allo stesso tempo surreale e realistico, minimalista e grottesco. Il suo stile visivo e narrativo rende il film bizzarro e divertente, ma anche profondo e significativo.
La struttura non lineare del lungometraggio lo rende interessante e stimolante; è infatti diviso in quattro segmenti di diversa lunghezza, ognuno dei quali segue il percorso del cane bassotto che passa da una casa all’altra, da una famiglia e una situazione alle successive, e il suo attravrsare il film diventa simbolo insieme di continuità e cambiamento, mettendo in luce come la vita sia sempre in evoluzione, fino alla drammatica fine osservata da lontano.
“Wiener Dog” è un film insolito e suggestivo, che affronta temi importanti e universali come l’isolamento, la solitudine e la mortalità, ma lo fa attraverso una lente grottesca che lo rende originale. Una pellicola che lasciare una forte impressione nello spettatore, una sensazione indelebile che non può lasciare indenni.