Vicente Blasco Ibáñez – Canne e fango

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Pubblicato per la prima volta nel 1902, “Canne e fango” (Cañas y Barro) di Vicente Blasco Ibáñez è considerato uno dei capolavori del realismo spagnolo e presenta un ritratto realistico e vivace della vita dei pescatori della regione di Albufera, vicino a Valencia, in Spagna.

La trama è incentrata sulla vita di una famiglia di pescatori, i Paloma, che lotta per sopravvivere in un ambiente ostile e difficile. Il romanzo è ricco di personaggi memorabili, tra cui zi’Paloma, il patriarca della famiglia, che cerca di mantenere la sua autorità sui figli, e il giovane e scapestrato Tonet, che rifugge dalle fatiche della dura vita dell’Albufera e diviene l’amante della bella Neleta, la moglie del locandiere di El Palmar.

Una degli aspetti più impressionanti è la capacità di creare un’immagine vivida e dettagliata della vita dei pescatori: Blasco Ibáñez descrive in modo accurato la pesca, le lotte per la sopravvivenza, i rapporti sociali e le tradizioni della comunità. Il suo stile di scrittura è coinvolgente, e rende facile immergersi nella storia e nei personaggi. Inoltre, affronta temi importanti come la povertà, la lotta per la sopravvivenza e l’oppressione dei poveri da parte delle classi dominanti. Sullo sfondo, il conflitto tra i pescatori e i proprietari terrieri locali (qui rappresentata dalla trasformazione delle zone di pesca in campi coltivati a riso), presente anche in altri romanzi dell’autore dove rappresenta una critica sociale profonda della società spagnola dell’epoca.

Scritto durante un periodo in cui la letteratura spagnola stava attraversando importanti cambiamenti, con il suo realismo “Canne e fango” riflette efficacemente sulla condizione umana e sulla lotta per la giustizia sociale e ha influenzato molti scrittori successivi, contribuendo a modellare la letteratura spagnola del XX secolo.

La nuova traduzione di Enzo Rosei rende efficacemente onore a un romanzo per troppo tempo trascurato dalla case editrici nostrane.


Vicente Blasco Ibáñez (1867-1928) fu scrittore, giornalista e uomo politico noto per il carattere sanguigno (“uomo di penna e di spada”) e gli ideali anticlericali. A Valencia fondò il giornale «El pueblo» e fu un leader del movimento politico blanquista, di ispirazione repubblicana e socialista. A causa della propria attività dovette più volte riparare all’estero, finché fu condannato all’esilio, dove terminò i propri giorni. Molto noto anche fuori dalla Spagna per i romanzi Sangue e arena e I quattro cavalieri dell’Apocalisse.

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