Ambientata a Bologna durante il Ferragosto, la trama si svolge e si sviluppa in una palazzina popolare di venti piani, in cui tre personaggi molto diversi tra loro si trovano intrappolati nell’ascensore a causa di un blackout. La location stretta e l’isolamento totale creano un microcosmo oppressivo in cui si dipana un incubo apparentemente senza fine.
I protagonisti, Aldo Ferro, un proprietario di locali notturni dalle oscure passioni, Claudia, una studentessa universitaria omosessuale che lavora in un bar, e Tomas, un sedicenne in fuga, rappresentano altrettante sfaccettature della società, e Gianluca Morozzi li caratterizza con abilità: pur partendo da stereotipi, crea personaggi complessi, con paure e desideri unici.
Il romanzo si snoda con uno stile diretto e incisivo, macchiato da momenti splatter che aggiungono una dimensione perturbante. L’uso di riferimenti musicali e fumettistici, sebbene possa non essere apprezzato da tutti, aggiunge un tocco distintivo. Il ritmo, nonostante la situazione apparentemente statica, scorre veloce, mantenendo alta l’attenzione. Le scene disturbanti e l’uso di un linguaggio incisivo contribuiscono a creare un’atmosfera angosciante che si intensifica mano a mano che i protagonisti affrontano le loro paure e i conseguenti deliri.
Il finale inaspettato aggiunge un tocco di genialità alla trama, confermando la maestria di Morozzi nel mantenere la suspense fino all’ultima pagina e nel terrorizzare i lettori.
Con una narrazione coinvolgente e avvincente, l’autore riesce a trasformare la banalità di un mezzo di trasporto quotidiano in uno scenario intensamente disturbante, che può fomentare la claustrofobia e suscitare timori nell’affrontare un ascensore. Un romanzo che è una scelta eccellente per gli amanti del thriller-horror dalle sfumature psicologiche.





















