Protagonista della storia è uno studente di San Francisco molto abile con la tecnologia informatica, che sfrutta spesso per marinare la scuola: un giorno, durante una delle sue “uscite”, si trova coinvolto in un gravissimo attacco terroristico e in seguito, scambiato esso stesso per un terrorista, viene rinchiuso in una prigione e torturato. Al suo rilascio scopre che la città è ormai sotto il controllo di un’unità speciale per la sicurezza, che innesca una pericolosa spirale di paura e paranoia. Con un gruppo di hacker suoi coetanei, Marcus decide quindi di combattere il sistema con le sue stesse armi.
Molti i temi proposti da questo romanzo, che apre il dibattito sull’efficienza e l’utilità della tecnologia, il ruolo delle leggi e dei regolamenti nella società odierna sulla quale aleggiano, ormai constanti, lo spettro della paura, il valore della vita privata e il diritto di tenerla segreta.
Lo scontro tra le due fazioni richiama molto da vicino quello tra studenti e polizia a Berkley negli anni Sessanta, e non a caso lo sfondo antropologico è identico: tutta la narrazione è piena di riferimenti a personaggi, vicende e luoghi della controcultura dell’epoca e più recente.
Attraverso lo stile, incalzante e accattivante, si percepisce una particolare tensione narrativa che rende il libro emozionante e trascinante, seppure non alieno da difetti, soprattutto legati alla risoluzione dell’intera faccenda.
Il romanzo può essere visto, inoltre, come l’omaggio contemporaneo a un grande classico della letteratura, quel 1984 richiamato già dal titolo (che l’editore italiano ha scelto, giustamente, di non tradurre) e la cui carica profetica risulta quanto mai attuale.
Forse il romanzo più accessibile di Doctorow (considerato da molti l’erede di William Gibson), scritto per giovani lettori ma senza dubbio adatto a a ogni appassionato di fantascienza.