Ci sono artisti che entrano nella storia con un lampo, e altri che ci entrano a piedi scalzi, ma risultano inarrestabili. Giovanna è di questi ultimi. Non ha sfondato una porta — ha bussato, ha aspettato che qualcuno rispondesse e nel frattempo si è costruita un palco, con una chitarra e una canzone – anzi, tante canzoni.
Se oggi siete qui, con questo libro tra le mani, sappiate che non state leggendo una semplice biografia: state facendo un tuffo in un’epoca in cui il talento non si cercava sui social, ma si scolpiva con la fatica, la voce e una sana, ostinata follia.
Io volevo diventare… Giovanna! è un viaggio – divertente, tenero, a volte malinconico, ma sempre autentico – nella storia di una donna che ha vissuto la musica non solo come mestiere, ma come destino. Una che ha preso la chitarra da ragazzina e non l’ha più mollata, che è passata da una chiesa di Viareggio a Canzonissima, in un’Italia che cambiava volto, voce e desideri. Una che, prima di diventare artista, ha avuto il coraggio di diventare se stessa.
Questo libro è importante perché racconta una storia che rischiava di restare nell’aria come certe canzoni che si fischiettano senza più sapere chi le ha cantate per primo. È importante perché ci ricorda che cosa c’era prima dei talent, prima dei video virali, prima di quell’usa e getta che troppo spesso oggi fagocita anche la musica. È importante, infine, perché ogni generazione ha bisogno di sapere che qualcuno ce l’ha fatta partendo da una strada, una voce, un sogno (e magari mille lire in tasca).
Giovanna è stata una pioniera, una cantante, una produttrice, una donna libera in un mondo che spesso non lo era. Ma soprattutto è stata — ed è ancora — una presenza. Una che si nota, si ricorda, si racconta.
Leggere queste pagine è come partecipare a una lunga chiacchierata tra amici, di quelle che iniziano con un “ti ricordi?” e finiscono con una risata e una voglia irresistibile di tornare a casa ad ascoltare un disco. È una dichiarazione d’amore alla musica, alla memoria e a quella forza silenziosa che solo le vere artiste possiedono: restare fedeli a se stesse, anche quando tutto intorno cambia.
Per questo, oggi più che mai, leggere questo libro è un atto necessario: perché celebrare chi ha aperto strade è il primo passo per non perderle. E magari, lungo quelle strade, anche noi potremmo scoprire chi volevamo diventare.