Alessandro De Francesco – Come il grano a giugno

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Come il grano a giugno racconta la vicenda di un gruppo di amici in un piccolo borgo a ridosso dell’Appenino tosco-romagnolo dagli anni Trenta del Novecento, quando sono bambini, fino al dopoguerra, attraverso i drammi che segnarono quel travagliato periodo. Ci sono il fascismo, la guerra, la Resistenza, il ritorno a casa in un paese in rovina. E c’è l’interiorità di ogni personaggio costretto, suo malgrado, a fare i conti con la Grande Storia. Una vicenda che, per quanto letteraria, è strettamente connessa ai fatti realmente accaduti nella vallata del Santerno, sulla famigerata Linea Gotica, dove il fronte di guerra si fermò per quasi un anno.

Come il grano a giugno potrebbe essere definito in molti modi: un romanzo di formazione, un romanzo di guerra, un romanzo storico. In realtà, a dispetto delle sue trecento pagine scarse, l’opera di Alessandro De Francesco è tanti romanzi in uno, così come tante sono le storie che lo compongono. L’autore, nel corso della narrazione, porta i lettori a entrare nelle vite di ognuno dei personaggi: ci sarà chi finirà a combattere in Russia, chi in Africa e chi, restando a casa, dovrà subire le conseguenze delle leggi razziali e dell’occupazione nazista. Solo alcuni di loro sopravvivranno e si ritroveranno, a guerra finita, nei luoghi che avevano visto i loro giochi d’infanzia.

Opera paradigmatica di un’intera epoca, al di là del suo valore storico vanta una certa maestria letteraria. Il romanzo è coinvolgente e ben scritto. Alessandro De Francesco è abile nel districarsi tra le trappole in cui incappano quasi tutti gli autori che scrivono di fascismo, Resistenza e guerra civile in Italia: riesce a mantenere il giusto distacco che sembra richiamare certa letteratura storica anglosassone, più che la partigiana narrativa nostrana.

Pochi romanzi hanno saputo indagare l’essenza più intima di una nazione in modo così approfondito, apolitico e scevro di retorica. I personaggi arrivano a incarnare e a dare volto alle tante anime di un Paese diviso e “complicato” come l’Italia, con le sue contraddizioni, le sue miserie e i suoi valori. Ed è uno strano Paese l’Italia di oggi, che ignora opere come quella di De Francesco. Altrove da un romanzo simile sarebbe già stato tratto un film.

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Lettrice intermittente i cui occhi non si nutrono voracemente di libri, assapora di tanto in tanto quello che le va. Legge e scrive poesie come ci si concede il dolce nei soli giorni di festa. Se ne sente poco parlare perché è lei ad ascoltare, leggere, osservare gli altri. Non fa parte di nessuna élite, le sue parole sono solo parole e come tali hanno lo scopo di provocare stimoli e riflessioni.

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