Narrativa: contro l’idolatria della prima persona

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C’è una nuova forma di miopia intellettuale che avanza mascherata da sensibilità letteraria: quella di chi legge solo romanzi scritti in prima persona, rifiutando con una smorfia tutto ciò che odora di terza. Costoro, con l’aria compunta del sommelier del vissuto, scartano qualunque narrazione che non sia filtrata dall’“io” come se l’empatia, la verità, la profondità psicologica – addirittura la vita stessa – abitassero unicamente dentro i confini angusti della soggettività dichiarata.
Ma davvero pensiamo che l’autenticità di un’esperienza dipenda dal pronome? Che la letteratura viva solo quando la voce narrante coincide col protagonista? Allora gettiamo via Tolstoj, Mann, Woolf (che con la terza ci ha fatto l’anatomia dell’anima), Calvino, García Márquez, Proust, Yourcenar, e perché no: anche Dante, ché l’“io” nella Commedia è un tramite, non un confessionale.

Il feticismo della prima persona è il selfie della narrativa: tutto deve essere filtrato da un “me stesso” costante, rassicurante, limitato. La terza persona – quella che abbraccia, che osserva, che include più di un punto di vista – fa paura. Richiede uno sforzo d’immaginazione, di decentramento, di ascolto. Ma è proprio lì che la letteratura si fa grande: quando ci trascina fuori da noi, invece di chiuderci nella gabbia dorata del nostro riflesso.
Chi legge solo in prima persona non cerca storie, cerca conferme. Non vuole il mondo, vuole lo specchio. E non c’è nulla di più ottuso che scambiare l’ego per l’universo narrativo.

 

Chi legge solo in prima persona non ama la letteratura: ama sentirsi raccontare soltanto se stesso con parole altrui.

Heiko H. Caimi

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Heiko H. Caimi, classe 1968, è scrittore, sceneggiatore, poeta e docente di scrittura narrativa. Ha collaborato come autore con gli editori Mondadori, Tranchida, Abrigliasciolta e altri. Ha insegnato presso la libreria Egea dell’Università Bocconi di Milano e diverse altre scuole, biblioteche e associazioni in Italia e in Svizzera. Dal 2013 è direttore editoriale della rivista di letterature Inkroci. È tra i fondatori e gli organizzatori della rassegna letteraria itinerante Libri in Movimento. ha collaborato con il notiziario "InPrimis" tenendo la rubrica "Pagine in un minuto" e con il blog della scrittrice Barbara Garlaschelli "Sdiario". Ha pubblicato il romanzo "I predestinati" (Prospero, 2019) e ha curato le antologie di racconti "Oltre il confine. Storie di migrazione" (Prospero, 2019), "Anch'io. Storie di donne al limite" (Prospero, 2021), "Ci sedemmo dalla parte del torto" (con Viviana E. Gabrini, Prospero, 2022), "Niente per cui uccidere" (con Viviana E. Gabrini, Calibano, 2024) e "Trasformazioni. Storie dal pianeta che cambia (con Giovanni Peli, Calibano, 2025). Svariati suoi racconti sono presenti in antologie, riviste e nel web.

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