La casa delle ombre lunghe

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Un gioiello gotico sottovalutato

La casa delle ombre lunghe (House of the Long Shadows) di Pete Walker, nonostante il cast stellare e l’intrigante fusione di horror e commedia, rimane un film sorprendentemente sottovalutato. Uscito nel 1983, è un vero e proprio omaggio ai classici del genere gotico, e riesce abilmente a mescolare le atmosfere spettrali di un’epoca passata con un tocco di modernità, soprattutto attraverso l’ironia e la maestria della messa in scena. Non si tratta quindi di un horror in stile Hammer fuori tempo massimo, come l’hanno bollato i critici meno accorti, ma di un grande tributo al passato. E il suo cast leggendario – che include mostri sacri del cinema horror come Christopher Lee, Peter Cushing, Vincent Price e John Carradine – lo rende un evento cinematografico unico.

La trama è semplice ma efficace: uno scrittore americano, Kenneth Magee, accetta una scommessa con il suo editore per scrivere un romanzo in ventiquattro ore. Il luogo scelto per l’impresa è un’antica magione, isolata e decadente, nella quale ben presto scopre di non essere solo. Inizia così un gioco tra il thriller, il mistero e il soprannaturale in cui omicidi, segreti di famiglia e presenze inquietanti si mescolano in un’atmosfera sempre più tesa e gotica.

Pete Walker e gli attori sanno giocare brillantemente con i classici archetipi del genere, ma al tempo stesso ne sfidano le convenzioni. La sceneggiatura (ispirata a un racconto di Earl Derr Biggers) non cerca di rinnovare il linguaggio del cinema horror, ma piuttosto di celebrarne l’epoca d’oro. È un puzzle ben costruito, pieno di colpi di scena che ci tengono incollati allo schermo fino alla fine. La tensione non è mai spezzata del tutto, ma sapientemente modulata da un umorismo sottile, spesso alimentato dalla recitazione impeccabile.

Perché è sottovalutato? Forse perché nel 1983 il cinema stava già andando verso territori più esplicitamente horror e slasher, allontanandosi dal fascino decadente e teatrale dei castelli infestati e degli oscuri segreti. La casa delle ombre lunghe, infatti, non punta sugli effetti speciali o sulla violenza, ma su una messa in scena d’atmosfera e su dialoghi intelligenti, una scelta che molti spettatori dell’epoca potevano trovare fuori moda. Invece proprio questo suo anacronismo lo rende unico.

La casa delle ombre lunghe è un film che merita di essere riscoperto e apprezzato per quello che è: un gioiello gotico divertente, intelligente, e nostalgico.

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