Cri è una farfalla, che volteggia felice, dimenticando tutto. Cri è un piccolo cigno dalle lunghe gambe che danza, danza, danza fino a sfinirsi e, con la sua forza incredibile in un corpicino così sottile, è riuscita a vincere un maledetto sortilegio che voleva impedirle di danzare. Quanto dolore, quanti sacrifici, quante rinunce nascoste è costato tutto questo. E quanto le costerà ancora. Ma lei continuerà a volteggiare sul palco sorridendo e regalandomi la gioia più grande della mia vita dopo la sua nascita.
Anche se adesso l’adolescenza l’allontana da me e non è più lo scricciolo che quasi sempre mi ha dato la forza di andare avanti, anche se sta sempre chiusa nella sua stanza ad ascoltare musica, a parlare per ore al telefono, anche se studia rifiutando ogni mio aiuto, perché è caparbia anche in questo, e vuole farcela con le sue forze, anche se adesso mi risponde male per un nonnulla ed è sempre ombrosa, mentre prima era un’esplosione di solarità, so che tornerà ad essere la mia piccolina, più alta di me e, spero, più saggia. So che tornerà a ricolmarmi di dolcezze e a illuminare la mia vita, basta aspettare che passi la tempesta ormonale dell’adolescenza. E io sono abituata ad aspettare. Intanto mi basta vederla danzare.
Il racconto è tratto da: Gloriana Orlando, Nemesis. Storia di donne e di altro, Sovera Editore, Roma, 2007.