Shyamalan, regista indiano naturalizzato americano già autore de Il sesto senso (1999), dirige con mano ferma un thriller ansiogeno e claustrofobico con elementi di horror soprannaturale e disaster-movie fantastico. Bussano alla porta è un film originale, come è insolito il romanzo dal quale il regista adatta la sceneggiatura (La casa ai confini del mondo di Paul G. Tremblay), raccontando l’arrivo di quattro cavalieri dell’apocalisse in un cottage di campagna in cui vive una famiglia gay (due padri e una figlia) per convincere i componenti a celebrare un sacrificio umano che salverà il mondo. Tutto è oltremodo surreale, ma viene reso credibile da una sceneggiatura oliata alla perfezione e dagli snodi di un racconto che non perde un colpo. La suspense è ai massimi livelli per l’intera durata della pellicola e non è per niente facile capire quale sarà la mossa successiva dei quattro aggressori, dopo l’inquietante arrivo che sconvolge la pace domestica.
Leonard (Bautista) guida i cavalieri con la flemma del capo carismatico coinvolto in qualcosa di molto più grande di lui, che si vede obbligato a compiere. Molto brava la bambina di otto anni nei panni di Wen (Cui), espressiva e naturale nonostante la giovane età, impiegata in un ruolo per niente facile. I due genitori gay – Eric (Groff) e Andrew (Aldridge) – interpretano due caratteri distinti che il regista si preoccupa di spiegare in alcuni utili flashback; il primo religioso, il secondo molto razionale, si lasciano andare a reazioni emotive diverse. Sabrina (Amuka-Bird), Adriane (Quinn) e Redmond (Grint) sono gli altri tre cavalieri, che si sono incontrati in una chat di gruppo dandosi il compito di salvare il mondo dopo aver avuto visioni apocalittiche del futuro.
Fotografia cupa dai toni verdi di Jarin Blaschke; montaggio consequenziale con flashback di Noemi Katharina Preiswerk, che definisce la storia in 100 angosciosi minuti di tensione; colonna sonora dai toni apocalittici di Herdis Stefansdottir.
Dire che Bussano alla porta è un film horror tout-court è riduttivo, visti i messaggi sociali inseriti nel contesto narrativo, dalla genitorialità gay all’adozione dei minori, fino alla distruzione di un mondo allo sbando e alla psicosi per virus e nuove malattie, per tacere dell’accettazione del diverso e dell’omofobia.
A nostro parere si tratta di un thriller fantastico dal taglio drammatico che usa gli strumenti della cinematografia horror – tra questi una ben dosata suspense – per affrontare temi e problemi profondi, come una probabile apocalisse dovuta a comportamenti umani fuori da ogni regola.
Vietato ai minori di anni 17 negli Stati Uniti, in realtà le immagini di morte e le uccisioni sono tutte sfumate. Incasso di circa 55 milioni di dollari nel mondo. Tra i migliori thriller della stagione.





















